Bergson nega le qualità della scienza affermando che l'individuo non è conoscibile scientificamente, e che per egli non possono essere utilizzate le stesse regole che consentono l'interpretazione dei fenomeni.
Nei ''Saggi sui dati immediati della coscienza'' si incontrano i temi principali della filosofia bergsoniana; lo scopo dell'opera è quello di affrontare il tema della libertà attraverso la critica alla pretesa di quantificare l'intesa delle sensazioni e la riflessione sul tempo.
Bergson esegue una netta separazione tra un tempo della scienza e tempo della vita.
Il tempo della scienza è la misura, un fatto di istanti tutti uguali, ma allo stesso tempo diversi (ogni minuto ha la stessa durata del minuto precedente e di quello successivo, ma è da essi distinto e separato). E' inoltre una grandezza misurabile e omogenea.
Il tempo della vita è la durata, un fatto di attimi irripetibili. E' il tempo vissuto e si costruisce nella continuità, fa la conoscenza dell'uomo. L'uomo la conserva anche senza accorgersene. Esso può essere colto soltanto attraverso l'intuizione.
Identifica la coscienza con la memoria e ne distingue tre aspetti:
- il ricordo puro o memoria pura--> è la coscienza stessa, che è pura duratura spirituale, conservazione integrale dell'esperienza vissuta. Essa è il deposito di tutti i ricordi passati, in quanto registra automaticamente ciò che viviamo nella sua forma originale e globale;
- il ricordo-immagine--> è l'atto con cui il nostro passato si concretizza nel presente in vista dell'azione;
- la percezione--> è la facoltà che ci lega al mondo esterno e seleziona i dati utili alla vita concreta e può essere occasione del raffiorare di un ricordo.
Secondo Bergson la vita si origina da un unico impulso iniziale --> "slancio vitale": un'energia che crea di continuo e in modo imprevedibile, perchè libera. Essa non è scomponibile nè riversibile e implica la conservazione integrale del passato.
--> si tratta di un impulso spirituale e invisibile, che trabocca nel mondo, concepito come un unico organismo vivente di cui tutte le cose e gli individui sono partecipi.
--> si espande nell'universo, ma con un'intensità variabile, il che spiega la differenzazione degli esseri e della specie.--> la vita è creatvità libera e imprevedibile.
EVOLUZIONE CREATRICE: che supera il dualismo tradizionale tra materia e spirito--> la realtà è sempre unica.
--> coscienza:
- intellettiva ed esterna--> propria della scienza;
- intuitiva ed interna--> propria della metafisica, che Bergson considera "scienza assoluta del reale".
L'energia spirituale è un'opera preziosa per la comprensione del pensiero di Bergson, perché essa ospita interessanti argomentazioni intorno a temi fondamentali per il dibattito filosofico, come il rapporto tra la coscienza e la vita, l'anima e il corpo, il sogno. Ma il filo conduttore di questo ciclo di conferenze (tenute tra il 1901 e il 1913 e raccolte dallo stesso Bergson) sembra essere il tema dell'attenzione alla vita, cui il filosofo dedica gran parte del suo sforzo.
Il ricordo procede di pari passo con la percezione, come se noi vivessimo e, a un tempo, ci guardassimo vivere. E' chiaro che questa sensazione del ricordo ha solo la forma, mentre il suo contenuto è il presente. Perciò il ricordo del presente è una lieve forma di disattenzione alla vita: per la coscienza non c'è ricordo più inutile di quello del presente, dato che disponiamo della sua percezione immediata. Anche il falso riconoscimento si comporta come un'innocua disattenzione alla vita alla vita, poichè esso non è un riconoscimento vero. Quando riconosciamo realmente qualcuno o qualcosa siamo consapevoli del fatto di averla già vista, già conosciuta, anche se magari in un contesto diverso da quello attuale. Si tratta della stessa immagine avente però cornici diverse (una presente e una passata); se il riconoscimento è falso le due immagini hanno cornici uguali, perchè la percezione del presente è duplicata come ricordo del presente. Ciò significa che il ricordo ha raggiunto la percezione, la quale normalmente la precede di un passo.
Il ricordo procede di pari passo con la percezione, come se noi vivessimo e, a un tempo, ci guardassimo vivere. E' chiaro che questa sensazione del ricordo ha solo la forma, mentre il suo contenuto è il presente. Perciò il ricordo del presente è una lieve forma di disattenzione alla vita: per la coscienza non c'è ricordo più inutile di quello del presente, dato che disponiamo della sua percezione immediata. Anche il falso riconoscimento si comporta come un'innocua disattenzione alla vita alla vita, poichè esso non è un riconoscimento vero. Quando riconosciamo realmente qualcuno o qualcosa siamo consapevoli del fatto di averla già vista, già conosciuta, anche se magari in un contesto diverso da quello attuale. Si tratta della stessa immagine avente però cornici diverse (una presente e una passata); se il riconoscimento è falso le due immagini hanno cornici uguali, perchè la percezione del presente è duplicata come ricordo del presente. Ciò significa che il ricordo ha raggiunto la percezione, la quale normalmente la precede di un passo.
...qualcosa di più recente?
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